23/11/12

Ironia (amara) della sorte.



Ieri sono rimasto colpito da una notizia che la maggior parte di voi già conoscerà. 
Un ragazzino di 15 anni, romano, che i giornalisti hanno soprannominato "Davide", si è suicidato siccome era vittima di bullismo e discriminazioni varie. 

Non voglio parlare di quanto sia crudele la società, inaccettabile il suicidio di un adolescente e neppure starvi a dire come la penso sul bullismo. Ci sono certamente decine di persone più intelligenti e capaci ad esprimersi rispetto a me che non vedono l'ora di farvi la loro orazione sull'argomento per cercare di impressionarvi. 

Il punto che volevo toccare è un altro.
Quello su cui stavo riflettendo è il riflesso pavloviano che ha portato la gente a dire: "Lo sfottevano siccome indossava i pantaloni rosa, ma non c'è nulla di male nell'essere omosessuali". 
Cosa per altro sacrosanta, su cui apparentemente non si può essere in disaccordo. 
Ma questa frase, alla luce di QUELLI CHE SEMBRANO AD OGGI I FATTI (perché ci andrei molto cauto a prendere per oro colato i vocii della gente), nasconde in sé una piccola falla. 
Questa frase, infatti, tradisce omofobia.

Infatti è di oggi la notizia che, secondo alcuni suoi compagni di scuola, "Davide" non era affatto omosessuale, ma semplicemente amava vestirsi in maniera appariscente ("Noi, gli amici, abbiamo sempre rispettato e stimato la personalita’ e l’originalita’ che erano il suo punto di forza. Non era omosessuale ,tanto meno dichiarato, era innamorato di una ragazza dall’inizio del liceo. Lo smalto e i vestiti rosa, di cui andava fiero, erano il suo modo di esprimersi" testuale della lettera indirizzata ai direttori dei quotidiani scritta dai compagni di classe del ragazzo).

Alla luce di questo fatto, alcuni link apparsi su facebook come ad esempio questo o questo,
hanno associato immediatamente il "vestirsi con un colore da femmina" con "l'essere un ricchio.. pardòn, un gay". Come se, necessariamente, una persona omosessuale dovesse vestire di rosa o chiunque vesta di rosa sia omosessuale.

Una roba tipo "l'abito fa il monaco e ti dice pure che tipo di monaco è" che ha poco a che fare con la grande apertura mentale di cui s'andava parlando nei gruppi creati "contro l'omofobia".

Il punto, e qui mi fermo perché sono stato sicuramente anche troppo noioso, è che l'associazione mentale "veste rosa = è gay" è un riflesso condizionato di una società omofoba (ancorché inconsapevolmente) che cerca una spiegazione razionale ("dev'essere certamente gay"), per rassicurarsi di fronte a comportamenti eccentrici (veste in rosa, porta lo smalto, ha i capelli lunghi...).

Una società sana prenderebbe il fatto che "veste in rosa" come una libera scelta innocua verso la società. Inoltre condannerebbe coloro che usano angherie verso colui il quale ha fatto questa scelta come atti da condannare a prescindere da quali siano realmente gli orientamenti sessuali della vittima. Che, a questo punto, "a cadavere freddo" come direbbe qualcuno, non credo siano ancora più di tanto importanti.

Dovremmo imparare tutti a rispettare le persone a prescindere dalla tribù (omosessuali, transessuali, eterosessuali, nazisti, comunisti, democratici, metallari, punk, tamarri ecc.) cui appartengono, valutandone solo il comportamento. 
Da ragazzino io ascoltavo rap, ma non mi sono mai conciato da rapper. Infatti spesse volte, specie nei concerti, capitava che mi si avvicinassero e mi dicessero "ma tu non sembri per niente un rapper...", io rispondevo sempre: "Io non sono un rapper, io sono una persona". Avevo 15 anni, la sua stessa età. 

Ok. Ora che ho detto la mia, finisco di andare a sezionare il cadavere che ho in cantina, non vorrei che qualcuno mi facesse domande imbarazzanti. 
Ciao.

3 commenti:

  1. Proprio qualche settimana fa la prof di inglese ci aveva fatto notare quanto sia complicato rispondere a una frase in cui la stronzata è messa nella parte "data"...
    Dire "Lo sfottevano siccome indossava i pantaloni rosa, ma non c'è nulla di male nell'essere omosessuali" è come dire "Un'energia pulita come il nucleare potrebbe risollevare l'economia dell'Italia".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ehi, questa non è una posizione mia, penso sia chiaro. Sono decine i gruppi anti-omofobi che hanno subito pensato che lui fosse gay siccome indossava i vestiti rosa.
      Comunque a me non interessa neppure certificare la sua etero/omosessualità, quelli sono fatti privati.
      Il problema è che la massa tende a schematizzare le persone dentro range per poi potersi confrontare con loro a seconda di quanto ha deciso per loro il clan cui appartengono.
      Ed è così che gli ultras del Livorno diventano tutti comunisti e quelli della Lazio tutti nazisti. Il colore della maglia che ti piace e le idee politiche, in teoria, dovrebbero essere due cose ben distinte, ma non lo sono. Perché?
      Io penso sia perché siamo soli, in un mondo di merda che è complicatissimo da affrontare, così vogliamo sentirci parte di un qualcosa, un gruppo, un branco e uniformarsi agli altri è il solo modo per essere sicuri di farne davvero parte. Questa è la logica del branco. Ed è una regola di vita per molti.

      Elimina
  2. ti piacciono i fiori? vorresti fare il fiorista?

    RispondiElimina