20/09/11

Il miracolo, il Trota e altre idee strane su cui non sarai d'accordo con me


Lo spunto per questo pezzo mi è venuto leggendo un articolo di Massimo Gramellini, una delle penne più scomode de "La Stampa". E questo la dice lunga su quanto possa essere scomoda "La Stampa". Se persino uno come il mite "rivoluzionario da salotto de sinistra. Che, però, prima di prendere il mitra mi faccia finire il thè, signora mia. E dica a quei ragazzacci di non dir più parolacce altrimenti arrossisco tutto" pare esser scomodo, siamo a cavallo.

Nel pezzo, intitolato con un sapido gioco di parole "I valori dell'Italia", parla di Antonio Di Pietro e Luigi De Magistris (entrambi - e lo faccio presente per i lettori intontiti dall'improvviso freddo - membri dell' "Italia dei valori". Da qui lo spunto per il giochino di parole... Italia dei Valori ---> I valori dell'Italia. Devo rivalutare Martufello).

Lo scomodo Gramellini (talmente scomodo da avere uno spazio tutto suo nel salotto di quel comunista di Fabio Fazio. Uno che, una volta, per sbaglio, ha invitato Marco Travaglio - avessi detto Satana... - e la puntata dopo si è trovato a piangere col cappello in mano implorando pietà perché Travaglio aveva attaccato nientepopòdimenoche Schifani - avessi detto Churchill) dice che Di Pietro non può essere "l'alternativa" siccome ha messo in lista suo figlio alle prossime Regionali del Molise cosa che, ucci ucci, non ha fatto "neanche Mastella".

Vero! Mastella non ha candidato suo figlio. Ce l'ha fatto direttamente mantenere grazie ai copiosi "incentivi all'editoria" (si chiamano così, no? "La Stampa" dovrebbe saperne qualcosa. Provi a chiedere in redazione) che poi, a quanto pare, si intascava tutto gioioso e senza neppure che noi dovessimo sforzarci di votarlo o non votarlo.
E allora ecco che Gramellini, dopo aver fatto un parallelo tra il figlio di Di Pietro e quello di Bossi, accusa Di Pietro di "familismo".

Bene. Se anche per il figlio di Di Pietro accadrà quanto è accaduto al Trota non c'è alcun "familismo" che tenga. Con buona pace del caro Gramellini e dei suoi fan.

Il tanto bistrattato Trota Bossi s'è assolutamente guadagnato la propria elezione. Ed è giusto sia dov'è. Alla faccia dei tanti elettori (di sinistra e non solo) che prima hanno un'erezione quando gli si dice che si vuol tornare a dar loro la possibilità di esprimere un voto di preferenza e poi, una volta che le preferenze premiano un signorotto che a loro piace poco o nulla, si dimenticano di quello che loro stessi ritenevano un valore irrinunciabile. "Hanno eletto quello lì. Ah ah ah.". Ecco ridi, ridi pure, ridi tranquillo: vivi in un Paese di merda, ma tu ridi, ridi pure, non temere.

Renzo Bossi, al secolo Trota, ha preso quasi 12 mila preferenze. Ed è quindi GIUSTISSIMO che stia dov'è. Si può discutere su cosa abbia spinto 12 mila persone a dare la loro preferenza ad uno così, con quella faccia, con quel padre, con quelle idee e quella grammatica.... ma tant'è: ha avuto le preferenze ed è giusto stia lì.

Le alternative, a 'sto punto, pare siano 2.
O si fa una rivoluzione e si sbattono nei campi di concentramento coloro che votano Lega e affini oppure si accetta questa cosa.
(E per fare la rivoluzione tocca mollare il thè a metà con il rischio che si freddi mentre fai la guerra. Tocca valutare bene i pro e i contro, cari Gramellini vicini e lontani).

Infine un sapido attacco a De Magistris, colpevole di aver baciato la teca con il sangue liquefatto di San Gennaro. Questo gesto secondo Gramellini porta inevitabilmente alla "sottomissione dell’autorità civile a quella ecclesiastica". Poi, parlando al plurale (come fanno coloro che dicono di fare Bonaparte di cognome) ci spiega che "Non pretendevamo che disertasse la cerimonia del finto miracolo che tutto il mondo ci spernacchia. Sarebbe bastato il silenzio. E un po’ di dignità. Ecco il miracolo che molti elettori si aspettavano da lui e dal partito suo e di Di Pietro". Come non essere d'accordo? Un sindaco ideale per me, dovrebbe tenersi il più lontano possibile dalle chiese e, soprattutto, dai preti.

Non che ci sia nulla di male ad essere cattolici. Ma io sono ateo. E non ho particolare simpatia per la chiesa (in particolare quella con la C maiuscola).
Avevo quasi rivalutato l'articolo quando, nella didascalia sul fondo, leggo testuale:

"FOTO De Magistris assiste al miracolo di S. Gennaro".

Oh cazzo! Non è più "il finto miracolo che tutto il mondo ci spernacchia", neanche "presunto", è proprio "IL MIRACOLO DI S. Gennaro".
Ora... per dirla con le parole di Massimo Bonaparte:

"Non pretendiamo che il mite Massimo metta le bombe nella sede del giornale che parla di miracoli quando lui stesso li nega. Ci basterà il silenzio. E un po’ di dignità. Ecco il miracolo che molti lettori si aspettavano da lui".

Pace.