11/07/10

Imparai a scrivere il vero...




"E' davvero caldo in questi giorno, vero Speedy?" chiese lo scrittore al suo cagnolino.
Il cane lo guardò con occhi curiosi e poi tirò fuori la lingua iniziando a boccheggiare.
L'uomo si sentì in dovere di rispondere al suo cane "Già, è vero. Lo penso anch'io. E hai ragione a lamentarti, visto che tu hai pure il pelo... Vabbè Speedy, ora scusami, devo proprio lavorare".

Lo scrittore parlava spesso con il suo cane, questa cosa serviva a tenergli compagnia e lo faceva sentire un po' meno solo. Era uno scrittore di discreto successo, nonostante non avesse molta fama ancora, il suo nome iniziava a girare, specie in rete dove, in poco più di un anno, era riuscito a "farsi un nome" (come era solito dire le rare volte in cui usciva con i suoi amici).
Amava scrivere storie di ogni tipo: a volte surreali, a volte comiche, alcune volte tragiche.

Aprì un nuovo file di word e iniziò a scrivere la storia di un cane parlante che trattava male il suo padrone e, per vendicarsi del fatto che lo obbligasse a girare col collare, lo mordeva proprio lì, dove fa più male.
Scrisse il primo capitolo della storia e vide che Speedy stava dormicchiando tranquillo accanto ai suoi piedi. "Beato te che dormi" esclamò, poi vedendo il suo amico a 4 zampe dormire venne preso dal desiderio di addormentarsi pure lui. Per combattere l'improvviso attacco di sonno decise di stiracchiarsi e, facendolo, sfiorò appena Speedy che, di scatto, si girò verso il proprio padrone dicendogli "Ehi, qui c'è un cane che 'sta cercando di dormire, cazzo! Non ti mordo le palle perchè mi porti in giro col collare, è un tuo diritto, per carità... però non mi devi rompere i coglioni mentre dormo. Ok?".

Lo scrittore si spaventò moltissimo per quello che gli era appena capitato "Oh cazzo! Tu parli? E da quando?" chiese sorprendendosi egli stesso del fatto che si attendesse una risposta da un cane. "Parlo da quando tu hai scritto che io cani possono farlo. Sei stato tu a volerlo, no?".
Lo scrittore decise allora di fare un tentativo: selezionò il file di testo appena creato e lo cancellò. Poi si rivolse al suo cane: "E ora? Parli ancora?".
Il cane lo guardò, poi aprì la bocca e iniziò ad abbaiare, come sempre aveva fatto prima.

Lo scrittore rimase in silenzio poi, quasi automaticamente, aprì un nuovo file di testo che intitolò "La fine della fame nel Mondo" e iniziò a scrivere.

Fine.

E' ovvio a dirsi, ma io non sono quello scrittore. La realtà prescinde dalla mia fantasia. Prendetevela con ciò che accade, non con me.

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